Arriva dall’Università di Harvard l’ultima notizia, pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, sui benefici dati dal consumo del caffè. Infatti, uno studio lungo 20 anni (1986-2006) ha monitorato circa 45mila uomini americani scoprendo che a un grande numero di tazzine quotidiane consumate corrisponde una riduzione del 20% del rischio di qualsiasi tipo di tumore alla prostata, ed un calo ancor più drastico (attorno al 60%) del rischio di contrarre la forma di cancro più diffusa (e letale) per gli uomini.
I volontari erano tutti operatori sanitari e durante tutto il periodo dello studio hanno dovuto riferire le loro quotidiane abitudini legate al consumo di caffè. I test effettuati hanno dimostrato che bere almeno 6 tazzine al giorno comportava una riduzione del rischio di tumore alla prostata.
Comunque, il legame tra caffè e prostata sembra non dipendere dalla caffeina (perché i partecipanti alla ricerca hanno ottenuto gli stessi risultati sia che bevessero caffè normale sia decaffeinato) ma dagli antiossidanti e ad altri agenti chimici presenti nel caffè. Questi, influirebbero sia sul metodo col il quale il corpo maschile elabora gli zuccheri sia sui livelli degli ormoni sessuali, i due fattori maggiormente collegati allo sviluppo del cancro alla prostata.
Da sottolineare che trattandosi di una ricerca condotta negli Stati Uniti si deve tenere presente che queste persone sono abituate a bere caffè davvero molto lunghi, i classici bicchieroni alla Starbucks; pertanto temo che, se vogliamo convertire queste sei tazze americane in tazzine di espresso per gli italiani, si debba considerare un quantitativo davvero alto di tazzine.