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Macchine del caffè in capsule: tutto ciò che volete sapere

Le macchine per il caffè, e in particolare quelle in capsule ad uso domestico, hanno ormai conquistato il mercato italiano. Sono sempre di più le case in cui le troviamo e, di conseguenza, sono aumentati a dismisura anche i tipi di modelli tra cui scegliere.

Variano per funzionalità e caratteristiche al punto che potremmo dire che ce n’è davvero per tutti i gusti. Ciò, però, rende talvolta arduo il compito di scegliere quella più adatta alle proprie esigenze. Vediamo, allora, come funzionano e come distinguere le macchine per il caffè in capsule.

Manuale o automatica?

La prima distinzione a proposito dei vari modelli di macchine per il caffè in capsule riguarda il meccanismo previsto per caricare e scaricare la capsula. Esistono quindi:

  1. Macchine manuali che hanno in dotazione un braccetto specifico porta filtro che va caricato e scaricato integralmente a mano.
  2. Macchine semiautomatiche nelle quali la capsula viene inserita manualmente e, poi, caricata e scaricata con il movimento di una leva azionatrice del meccanismo espulsivo estera.
  3. Macchine automatiche che scaricato in maniera autonoma la capsula in un apposito cassettino che dobbiamo, semplicemente, ricordarci di svuotare una volta colmo.

Se le prime sono ormai quasi completamente fuori dal mercato, la terza tipologia di macchina per il caffè in capsule è sicuramente quella più semplice ed intuitiva da utilizzare. Qualche problema in più può creare la seconda categoria ed è proprio questa che va approfondita.

Tipi di macchine per il caffè semiautomatiche

Esistono due tipologie differenti di macchine per il caffè semiautomatiche: quelle ad inserimento diretto e quelle con gruppo di erogazione.

Le macchine ad inserimento diretto sono caratterizzate dal fatto che la capsula viene introdotta direttamente a contatto con il gruppo termico della macchina, attraverso un semplice inserimento manuale oppure tramite l’uso di un cassettino apposito. La capsula usata viene espulsa quando ne inseriamo una nuova.

Come spesso accade, il funzionamento è più complicato a dirsi che a farsi dal momento che si tratta di una macchina molto semplice da utilizzare e apprezzata per la sua solidità, determinata anche dalla componentistica. Il limite è rappresentato dal meccanismo di espulsione: può capitare che le due capsule si incastrino e non è il massimo, dal punto di vista igienico, che l’usato resti nella macchina fino al caffè successivo.

L’alternativa è rappresentata dalla macchina del caffè in capsule con gruppo di erogazione. La capsula, in questo caso, viene posizionata in un alloggiamento apposito e viene caricata, nonché scaricata, grazie all’azione di una leva azionata a mano. Questo semplice meccanismo rappresenta il principale vantaggio di questo tipo di strumento che è, però, più costoso rispetto a quella ad inserimento diretto e il primo caffè viene erogato ad una temperatura inferiore poiché non vi è contatto tra la capsula e il gruppo termico.

Proprio quest’ultimo elemento, insieme alle pompe di pressione, rappresenta un altro elemento cruciale per il corretto funzionamento di una macchina del caffè, da conoscere per compiere una scelta consapevole.

Gruppi termici e pompe di pressione: cosa sono?

Il calore necessario per preparare una tazzina di caffè espresso, quando utilizziamo una macchina domestica, viene assicurato dalla presenza dei cosiddetti “gruppi termici” che possono essere caldaie oppure scambiatori di calore.

Le caldaie sono dei contenitori di metallo di capacità variabile: l’acqua viene riscaldata attraverso una resistenza ad immersione nell’acqua oppure fusa nel materiale del contenitori. Si tratta di una soluzione economica che offre l’opportunità di ricavare anche vapore dalla stessa caldaia, aggiungendo semplicemente un termostato e un interruttore. Sono maggiori, però, i rischi di perdite e, trattandosi di un recipiente sotto pressione, è necessario adottare valvole di sicurezza che vanno controllate e monitorate con regolarità.

Anche gli scambiatori di calore hanno lo stesso obiettivo, ma struttura differente. Infatti, si tratta di un blocco di materiale, solitamente alluminio oppure ottone, che all’interno ha una resistenza attraversata da un percorso a spirale all’interno del quale scorre l’acqua che, istantaneamente, si riscalda. Molto compatti e a basso rischio perdite, gli scambiatori di calore sono più cari delle caldaie e richiedono una scheda elettronica che parzializzi la portata della pompa per generare vapore.

Veniamo, dunque, all’importanza delle pompe di pressione. Vengono utilizzare sempre quelle a 15 oppure a 20 bar di pressione. Se la macchina per il caffè deve perforare la capsula, allora avrà la necessità di una pompa a 20 bar che, di fatto, rappresenta oggi lo standard più diffusa sul mercato.

La pressione non è una caratteristica fine a se stessa perché influenza anche il gusto. Maggiore è il livello, più intenso e ricco risulta l’aroma del caffè. Così come un altro criterio che possiamo tenere in considerazione, meno tecnico, ma funzionale alle esigenze di ciascuna famiglia, è quello delle funzionalità extra incluse. Le macchine per il caffè in capsule oggi, infatti, possono essere accessoriate con l’aeroccino per montare il latte, caldo oppure freddo, per preparare un cappuccino homemade; con un portacapsule a cassetto oppure a cilindro; tazzine dalla forma personalizzata, adatta e coordinata con la macchina in sè.

Non va sottovalutata, se decidiamo di acquistare questo prodotto, la manutenzione della macchina del caffè che, sebbene con perizia minore rispetto a quella necessaria per quelle professionali al bar, va eseguita con regolarità e seguendo le istruzioni della casa madre, affidandosi, se necessario, anche a prodotti come i sanificatori PKSan, soluzioni ottimizzate per la pulizia e l’igiene delle macchine del caffè, anche, in capsule. Li conoscete?